The Last Holiday-1

THE LAST HOLIDAY

Diario di un viaggio in Australia 

 

“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla” Gabriel Garcia Marquez, Vivere per raccontarla

8 dicembre 2006 ore 8:00

Ebbene si Cocca, il lungo viaggio alla volta dell’Australia è iniziato! Sono sul treno per Roma e ho una specie di gatto (delle dimensioni di Brodo), sullo stomaco. Dopo tutte le paranoie che mi ha fatto la Maria, mi sembra il minimo. L’aspettativa di andare agli antipodi mi esalta perché mi ricordo che, da piccola, rileggevo in continuazione il pezzo di “Alice nel paese delle meraviglie”, in cui Alice cade nella tana del Bianconiglio ed inizia a fare congetture sul posto nel quale sarebbe andata a finire, e che mi stupiva ogni volta. Ora ti saluto perché devo sorvegliare la mia valigia, a dopo.

Ore 14

L’aereo sta per partire. Le hostess sono bellissime: sono vestite con una specie di sari e ti fanno inchini e sorrisi continuamente. Dietro di me c’è una coppia: lei è thailandese e lui è italiano, ed hanno un figlio che sembra il Bini da bambino! Ora sto guardando il mare dall’alto, ed a vederlo sembra un po’ incazzato. Ora vedo solo le nuvole, e l’aereo sballotta. Ti scrivo dopo le turbolenze.

Ore 16????

Sono entrata del tutto nel tunnel spazio-tempo del fuso orario, e non capisco più se è pomeriggio, mattina o sera. Boh? Accanto a me c’è una coppia di ragazzi italiani molto simpatici, lei di Ravenna e lui di Roma, che vanno a farsi un tour buddhista in Birmania. Accanto a me invece, una simpatica combriccola di tre romani de Roma, che ho iniziato a detestare fin dal primo momento in cui li ho sentiti ragionare: uno descriveva allegramente ai due novizi il suo minoren-sessual-tour in Thailandia l’anno precedente, con osservazioni ragionate sul notevole risparmio rispetto alla madrepatria. Non contenti di questo, appena le servizievoli e belle hostess si sono avvicinate hanno iniziato tutti e tre a trattarle come zoccole, per fortuna in italiano…

9 dicembre 2006 ore 1:00 AM ora Thailandese ????

Ormai so che quando arriverò a Brisbane, dovrò dormire per almeno tre giorni…Ora è notte, ma non riesco a dormire. Si vede la neve brillare sulle montagne, illuminata dalla luna.

Aereoporto di Bangkok ore 9:00

Finalmente la prima trance di aereo è finita. Ora manca solo la parte più pesa: dieci ore da passare in questo luogo, arido e impersonale. L’unica cosa che lo differenzia dagli altri sono i thailandesi, anche se sono uguali a noi, a parte gli occhi a mandorla. Il caffè non fa così schifo come pensavo, si vede che in oriente ci sanno copiare bene anche il caffè. Sembrano tanti occidentali travestiti da thailandesi….Soprattutto le donne: sembra proprio che la loro massima aspirazione sia quella di essere consone al nostro modello canonico: bionde, tacchi a spillo, e minigonna griffata. Sull’aereo ho giocato con il bambino della coppia dietro di me, che ho scoperto chiamarsi Diego. Ci tiene a precisare che non è italiano, né thailandese, bensì livornese!

Nel mezzo a questa megastruttura c’è un giardino, con le palme, ed alcune statue tipicamente esagerate e finte come solo Italiani, Indiani e a questo punto Thailandesi sanno fare. Tutto l’aeroporto è disseminato di queste statue, che da lontano possono essere accettabili, ma quando ti avvicini e vedi che sono in pura plastica, fanno un po’ ridere: immaginati una sacra famiglia realizzata con plastica dai colori sgargianti…

Tutto sommato i thailandesi mi stanno simpatici, e prima o poi, mi piacerebbe vedermi questa penisola, che di sicuro ha ancora delle zone non sputtanate dal turismo di massa. Qui a me sembrano tutti rincoglioniti, però mi piacerebbe imparare una lingua orientale, e restaurare templi buddhisti. Mi sa che la rincoglionita sono io, e quindi vado a dormire sul comodo divano di uno dei tremila bar-fastfood di questa babele di aeroporto.

Aeroporto di Bangkok ore 1900

Dopo una dormita pesante, di circa sei ore, dopo essermi rifocillata a dovere, sono quasi in bocca all’aereo che mi porterà dalla Cozzina. T’immagini che gli avi del Vaccaro, e di tanti altri, sono andati in Australia in nave… Chissà quanto ci mettevano? Io avrei rinunciato in partenza. Anche l’attesa in questo aeroporto è stata pesa, ma imbarcarsi su una fetida nave, per mesi e mesi, senza sapere come e se si sarebbe arrivati, è veramente coraggioso.

Ti confesso che adesso non sto più nella pelle! Ti scrivo quando sarò sull’aereo e spaccheremo la barriera spazio-temporale: saremo nel 10 dicembre…

10 dicembre 2006

Ora X

Sono da qualche ora, sull’aereo, ti volevo solo dire che la maggioranza dei passeggeri è obesa e butterata, e per inciso, la signora accanto a me al posto delle ascelle ha delle gore dell’eterno fetore, mascherato da un profumo pesante. Aria! Forse i suoi fumi mi faranno addormentare. A domani, quando sarò agli antipodi.

australia ali 015

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